C’è un aspetto del Natale che mi ha sempre colpito: la luce. Le nostre case illuminate dalle luci dell’albero di Natale, le strade addobbate dalle luci natalizie e le vetrine illuminate ci ricordano che è tornato il Natale, ma non svelano ciò che significa. Per molti è solo un tempo di vacanza, è fare dei regali o attendere di riceverli. Di certo per tutti noi cristiani è la festa per ricordare la nascita di un uomo di nome Gesù Cristo. La festa del Natale entrò nel calendario cristiano nel 354 d.C., con l’imperatore Costantino. Nei primi secoli, infatti, i cristiani non avevano altra festa che la Pasqua, che veniva chiamata “Giorno del Sole” perché ricordava la resurrezione di Cristo. Il 25 dicembre era il giorno in cui a Roma veniva celebrata la festa del solstizio d’inverno e dell’approssimarsi della primavera. Era una festa caratterizzata da un’incontenibile gioia perché il sole ricominciava a splendere. Si celebrava il dio Sol Invictus, un appellativo religioso usato per diverse divinità nel tardo Impero romano, quali Helios, El-Gabal, Mitra e Apollo, che finirono per essere assimilate, nel periodo della dinastia dei Severi, all’interno di un monoteismo “solare”. Si ufficializzò il culto solare edificando un tempio sulle pendici del Quirinale e creando un nuovo corpo di sacerdoti (pontifices solis invicti). I cristiani “presero in prestito” questa festa pagana sia perché consideravano Gesù il sole venuto a visitarci dall’alto, per illuminare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte sia per “togliere terreno” alle feste pagane. Questo concetto della luce che torna oggigiorno sotto la forma delle luci che addobbano le nostre città e i nostri piccoli paesi, mi ha fatto riflettere sul vero senso del Natale: su quella luce che è simbolo del bene e che può farci pensare a Dio come a un faro, che sta sempre accanto a noi nei momenti difficili come questo che tutto il mondo, afflitto dal Covid, sta vivendo. Penso allora che il vero senso del Natale, che, in questi tempi difficili tutti noi dobbiamo riscoprire, sia quello della luce del bene che vince il male, dell’amore che supera l’odio, della vita che sconfigge la morte.
F. D’A. III A TEORA SCUOLA SECONDARIA PRIMO GRADO
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